Stato (122.762 kmq; 22.776.000 ab.) dell'Asia orientale limitato a Nord dalla Cina,
a Nord-Est dalla Russia, a
Sud dalla Corea del Sud. Il Paese si affaccia a Est sul Mar del Giappone,
a Ovest sul Mar Giallo. Capitale: Pyöngyang. Città principali:
Cheongjing, Weonsan, Ganggye, Haeju. Ordinamento: Repubblica popolare
socialista. Il potere legislativo è affidato all'Assemblea suprema del
popolo, composta da 687 membri eletti nelle liste uniche del Partito dei
lavoratori, che nomina e destituisce il Governo. Moneta:
won
nord-coreano. Lingua: coreano. Religione: Buddhismo, Confucianesimo,
Sciamanesimo.
GEOGRAFIA
Il territorio si presenta prevalentemente
montuoso; i rilievi maggiori, alcuni dei quali di origine vulcanica, sono
situati in corrispondenza del confine settentrionale (Monti Changbai) e lungo la
ripida costa orientale. Le cime più elevate sono il Monte Kwanmo (2.534
m), il Monte Hangyong, il Monte Nangnim. Le coste del Mar Giallo, fronteggiate
da scogli e isolotti, sono pianeggianti e adatte alle colture irrigue. Il fiume
più importante è lo Yalu Jiang, tributario del Mar Giallo, che
segna parte del confine con la Cina. Il clima è di tipo continentale; le
precipitazioni sono concentrate nel semestre estivo. I rilievi sono coperti da
foreste di conifere.
Cartina della Corea del Nord e del Sud
ECONOMIA
L'agricoltura, praticata nelle regioni
occidentali, assicura l'autosufficienza alimentare. Le colture più
diffuse sono quelle del riso, del frumento, della soia, del cotone, del tabacco.
Il sottosuolo ha riserve di carbone, ferro, piombo, zinco, molibdeno, tungsteno.
L'abbondanza di energia idroelettrica ha favorito lo sviluppo delle industrie
siderurgiche, chimiche, tessili (cotone, seta), del cemento e della carta.
STORIADalla
fine del conflitto (1953) (V. COREA), il Paese rafforzò il regime socialista
mantenendo una posizione di equidistanza tra Cina e Unione Sovietica, sotto la
guida di Kim Il Sung, capo di Stato e segretario del partito unico dal 1948 alla
sua morte (1994). I rapporti con la Corea del Sud ebbero momenti di grave
crisi e di distensione. Una decisiva svolta politica nella storia della penisola
si verificò nel luglio 1972 con la sottoscrizione di un comunicato comune
dei due Governi (del Nord e del Sud), che pose concrete premesse per un
riavvicinamento e una successiva riunificazione delle due Nazioni. In occasione
del primo anniversario di quell'avvenimento, Kim Il Sung propose una
rappresentanza comune delle due Coree alle Nazioni Unite, come Stato confederato
denominato Repubblica di Koryo (dal nome dell'antico Regno che aveva unificato
la penisola), al cui interno il Nord e il Sud avrebbero mantenuto, a tempo
indeterminato, i regimi esistenti. Il Governo di Seoul oppose un netto rifiuto
alla proposta; le autorità del Nord dichiararono, inoltre, che non
avrebbero trattato con la delegazione del Sud sino a quando il Paese fosse stato
guidato dal generale Park Chungee, respingendo per molto tempo la proposta di
Seoul di riprendere il dialogo. La politica internazionale nord-coreana fu
caratterizzata, negli anni Settanta, da un avvicinamento al blocco dei Paesi non
allineati, partendo da una posizione di intransigente autonomia nazionale. Nel
1982, fu avviato un nuovo processo di cauta distensione tra gli Stati del Nord e
del Sud della penisola, con frequenti incontri bilaterali, favoriti
dall'intervento diplomatico di Stati Uniti e Giappone. Le trattative ebbero lo
scopo di favorire il ricongiungimento delle famiglie separate dalla guerra di
Corea e di incrementare gli scambi economici fra i due Paesi. Nel 1991 l'ONU
sancì l'esistenza di due diversi Stati nella penisola coreana e li ammise
entrambi a far parte delle Nazioni Unite. Alla fine dello stesso anno i due
Stati firmarono un trattato di non aggressione e collaborazione che pose
virtualmente fine al conflitto. Nel biennio 1993-94 il Paese venne accusato di
costruire ordigni nucleari: dopo il rifiuto opposto dalla
C. del N. alla
richiesta di ispezione dei propri impianti nucleari il Paese venne espulso dal
trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Negli anni successivi Il Paese
piombò in una crisi economica e sociale gravissima, con drammatici
effetti sulla popolazione per la lunga carestia provocata dal crollo della
produzione agricola. Alla morte di Kim Il Sung (1994) gli successe il figlio Kim
Jong Il, che dopo una reggenza formale, alle dipendenze delle forze armate,
assunse ufficialmente la carica solo nel 1999. L'insediamento del nuovo
presidente coincise con un nuovo corso del regime nord-coreano che sfociò
nello storico incontro tra Kim Jong Il e il presidente sud-coreano Kim Dae-jung,
avvenuto nel giugno 2000 e concluso con la firma di un trattato in vari punti
(cooperazione economica e sociale, riconciliazione, distensione, promozione
degli scambi, ricongiungimento delle famiglie separate dalla cortina di ferro)
che pose le basi per la pacificazione e la riunificazione della penisola.
Vennero inoltre riprese le relazioni diplomatiche con l'Australia e
l'Italia e avviati negoziati con il Giappone. La posizione assunta dal nuovo presidente
statunitense Bush, che nel gennaio 2001 bloccò il negoziato sui missili nord-coreani,
rischiò di compromettere il processo di avvicinamento fra le due Coree e l'impegno
della
C. del N. a sospendere i test sui missili a lungo raggio. A maggio,
il presidente di turno dell'Ue, lo svedese Goran Persson, si recò in visita in
C. del N. per sostenere il fragile processo di riconciliazione con la Corea del Sud.
Gli attentati dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle e il Pentagono e i
bombardamenti anglo-americani contro l'Afghanistan inasprirono ulteriormente i
rapporti con gli Stati Uniti, tanto che Bush inserì la
C. del N.
nella lista dei cosiddetti "Stati canaglia". Nel giugno 2002 un'aspra battaglia
navale tra le forze nord-coreane e quelle sud-coreane, in cui morirono oltre
30 marinai, in maggior parte nord-coreani, mise in grave crisi il processo di
riavvicinamento dei due Paesi che tuttavia riprese in settembre con la bonifica dei
terreni minati della zona demilitarizzata di confine effettuata al fine di permettere
la ricostruzione di strade e ferrovie danneggiate durante gli anni di guerra. Sempre in
settembre il primo ministro giapponese Koizumi fece visita al presidente Kim Jong Il in
uno storico incontro durante il quale il Giappone ricevette scuse ufficiali dalla
C.
del N. per i ripetuti episodi di rapimenti di cittadini giapponesi accaduti durante
gli anni Settanta e Ottanta. Il mese dopo il Governo nord-coreano dichiarò di essere
in possesso di piani di sviluppo nucleare in disaccordo con i trattati e gli accordi
internazionali precedentemente intercorsi. Contemporaneamente però si disse disponibile
a rivedere le proprie posizioni in cambio di una modifica dell'atteggiamento ostile
nei suoi confronti da parte degli Stati Uniti. In dicembre la situazione precipitò,
dopo la decisione della
C. del N. di riattivare il reattore nucleare di Yongbyon
e di cacciare gli ispettori internazionali dal Paese. Nel gennaio 2003 il Paese si
distaccò dal Trattato di non proliferazione nucleare, anche se in aprile acconsentì
a inviare suoi rappresentanti a Pechino per discutere con le delegazioni cinese e
statunitense sul futuro del proprio programma nucleare e nel mese di maggio iniziò
una serie di difficili e delicati incontri con la Corea del Sud per la risoluzione dei
problemi che da decenni dividono i due Paesi. Nel febbraio 2005 la
C. del N.
annunciò di avere completato la produzione di armi nucleari da utilizzare in caso di
difesa e nell'ottobre 2006 eseguì il suo primo test atomico sotterraneo, entrando
ufficialmente nel gruppo dei Paesi dotati di arsenale nucleare. Nel febbraio 2007, dopo
una lunga stagione di colloqui con gli Stati Uniti a cui parteciparono anche Giappone, Cina,
Corea del Sud e Russia, la
C. del N. accettò di porre fine al programma nucleare
impegnandosi a chiudere l'impianto nucleare di Yongbyon e a eliminare del tutto la tecnologia
nucleare entro la fine del 2007, in cambio dell'assistenza economica ed energetica e di
benefici politici. Nell'ottobre 2007 il leader nordcoreano Kim Jong Il e il presidente sudcoreano
Roh Moo-hyun firmarono un patto di riconciliazione di ampia portata con l'impegno ad arrivare a
un trattato di pace che superi il cessate-il-fuoco con il quale si è conclusa nel 1953 la
guerra di Corea. Nord e Sud si impegnarono anche a sviluppare i legami economici, ad aprire
un collegamento ferroviario merci sulla restaurata ferrovia che attraversa il loro superfortificato confine.
Nel dicembre 2011 il "caro leader", Kim Jong Il, moriva, lasciando la leadership del Paese al figlio Kim Jong-un.